Scultura Fallo Alato
Il “fascinus” dell’antica Roma: l’amuleto a forma di fallo che proteggeva contro il malocchio.
uno dei grandi spauracchi della Roma antica era il fascinus, il malocchio, un influsso malefico che si riteneva venisse trasmesso a parole, con dei gesti particolari oppure semplicemente con uno sguardo. Era il cosiddetto oculus malignus, “occhio maligno”, esatta corrispondenza antica del termine “malocchio”: si pensava che esistessero persone, dotate di occhi deformi o incantatori, capaci di lanciare malefici solo guardando una persona.
Il fascinus poteva avere molti effetti, anche fatali (al malocchio erano attribuite anche morti improvvise, e oltre che per spiegare l’insorgere di malattie lo si chiamava in causa anche per motivare raccolti poco abbondanti, morie di bestiame, incidenti alla propria abitazione), e poteva colpire tutti, ma una categoria particolarmente soggetta agli influssi negativi era ritenuta quella dei bambini.
Più in generale, erano molti i modi per scampare al fascinus o per allontanarlo. Dai già citati rituali si passava a pratiche più semplici, come i gesti apotropaici, scaramantici, di scongiuro (alcuni gesti antichissimi sopravvivono ancora oggi: si pensi al gesto delle corna), ma particolarmente diffusa era la distrazione dello sguardo maligno mediante amuleti: il più diffuso di questi era l’amuleto a forma fallica, ritenuto un mezzo molto potente per allontanare il fascinus (tanto che gli amuleti a forma di falli erano noti con lo stesso termine: anche l’amuleto, cioè, si chiamava fascinus).
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